God save the King e i British Overseas Territories, ovvero i territori d’oltremare britannici, quattordici entità territoriali disseminate nel mondo che si trovano sotto la sovranità del Regno Unito. Non i reami del Commonwealth – quindici dei cinquantasei stati totali – bensì una pluralità di territori che condividono re Carlo III come capo di Stato. Alcuni dei territori permanentemente abitati sono internamente autonomi, con il Regno Unito che mantiene la responsabilità per la difesa e le relazioni estere. Il libro del tempo insegna che a ogni pagina, capoverso e perfino rigo emergono novità che mappano il disegno cartografico della storia arricchendola di nuove coordinate: nel maggio 2022, per esempio, in occasione del Giubileo di Platino di Elisabetta II, madre di re Carlo III, otto città del Regno Unito sono state “promosse” allo status di municipi urbani e, fra queste, anche due località in territori d’oltremare: Stanley, capitale delle isola Falkland, e Douglas nell’isola di Man. Dal novembre 2021, invece, le Isole Barbados sono ufficialmente una repubblica indipendente. Un passato complesso e antico, quello dei territori d’oltremare inglesi, che affonda le sue radici nei secoli scorsi, con la denominazione attuale ascrivibile a una legge del 2002 introdotta con il British Overseas Territories Act, mentre prima del 1983 i territori erano definiti “Colonie della Corona”. L’inizio del colonialismo inglese è segnato da una data ben precisa, il 1607, con la fondazione del primo insediamento in Virginia – Stati Uniti d’America – con la massima espansione che si stempera dal XVII al XIX secolo in India, in Africa, nel nord America e in Australia. La storia è in continua evoluzione e nel suo scorrere tutto cambia o si modifica. Per circa trecento anni il Regno Unito è stato protagonista sul mare e ha costruito il più grande impero coloniale mai esistito. Oggi è possibile ripercorrerne i principali passaggi leggendo o viaggiando nelle destinazioni percorrendo a ritroso il tempo. Pensando, magari, che dove gli odierni “kettuvallam” fendono le onde trasportando riso, nel Settecento e Ottocento a issare le vele erano gli East Indiaman, – della English East India Company -, la cui forma riprendeva quella dei galeoni e dei vascelli dell’epoca. E che potevano imbarcare fino a mille tonnellate di tè. 

British Overseas Territories: Anguilla, Bermuda, Territorio antartico britannico, Territorio britannico dell’Oceano Indiano, Isole Vergini britanniche, Isole Cayman, Isole Falkland, Gibilterra, Montserrat, Isole Pitcairn, Sant’Elena, Ascensione e Tristan da Cunha, Georgia del Sud e Isole Sandwich meridionali, Area delle Basi Sovrane di Akrotiri e Dhekelia, Turks e Caicos.

Luciana Francesca Rebonato per Sartoria Linguistica

Photo by ian dooley on Unsplash

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